Ogni anno arriva il giorno della Memoria.
Ogni anno che passa lo stupore aumenta, la rabbia straripa, il cuore gronda di lacrime ininterrotte.
L’altro ieri ero alla presentazione di un libro, “Il farmacista di Auschwitz” di Dieter Schlesak.
Altro non e’ che il racconto di un boia di nome Capesius, che in quell’inferno riusciva a “Gasare” diecimila esseri umani al giorno.
Lo scrittore e il carnefice provenivano dallo stesso paese, in Transilvania, al punto che Copesius non ebbe nessuna remora nello spedire alle docce numerosi suoi compaesani.
Vi lascio immaginare una madre che aspetta, sapendolo , nuda, di essere gasata , e ancora tiene il proprio figlio attaccato al seno per un ultima poppata, un amore disperato indicibile.
Questa emerita merda Capesius, una volta finita la guerra, si fece 8 anni di carcere, dopodiche passo’ il resto dei suoi giorni a Vienna.
Schlesak lo ando’ piu’ volte a intervistare.
Un giorno gli chiese come poteva aver fatto.
Capesius rispose con la piu’ ovvia e meschina delle giustificazioni: “Eseguivo ordini”, al che lo scrittore disse:
“Ma ci sono cose, come trucidare 10000 persone al giorno, che dovrebbero dipendere dalla coscienza umana, non dagli ordini”
Capesius allora disse:
“La coscienza e’ l’ultima infezione ebraica che ancora risiede nei nostri cuori”.
A momenti svenivo dalla rabbia.
Ho rinunciato a chiedermi perche’.
Non riusciro’ mai a farmene una ragione, l’annientamento totale di un essere umano non puo’ avere spiegazioni.
La memoria.
Se esistesse uno sciroppo per la memoria ne regalerei ettolitri a tutti coloro che ancora oggi “Ignorano” , o comodamente girano la testa da un’altra parte sostenendo che gia lo sanno, che non hanno bisogno di vedere ancora le masse deformi di ossa e carni somiglianti a fogli di carta stropicciati.
Senza pudore, senza vergogna, senza nulla che possa sembrare umano, un signore ieri ha detto quanto segue:
“Non vogliamo vedere film dove gli omosessuali si slinguano tra di loro, la depravazione morale sta raggiungendo il suo limite estremo, arrivando a superare lo sterminio di 6 milioni di ebrei da parte di Hitler.
Anna Frank non era una santa, e crepi con Satana lei e chi ci accusa di moralismo”.
Colui che parla cosi’ si chiama Rognoni Andrea, ha proferito in tal modo tramite i microfoni di Radio Padania ierilaltro, durante la rubrica “CULTURA PADANA”.
Nella speranza di incontrarlo, un giorno o l’altro…..
Il mondo e’ piccolo, caro Rognoni, mai si sa’…
“C’E’ UN PAIO DI SCARPETTE ROSSE NUMERO VENTIQUATTRO QUASI NUOVE
SULLA SUOLA INTERNA SI VEDE ANCORA LA MARCA DI FABBRICA “SCHULZE MONACO”
C’E’ UN PAIO DI SCARPETTE ROSSE IN CIMA A UN MUCCHIO DI SCARPETTE INFANTILI A BUCKENWALD
ERANO DI UN BAMBINO DI TRE ANNI E MEZZO
CHISSA’ DI CHE COLORE ERANO GLI OCCHI BRUCIATI NEI FORNI
MA IL SUO PIANTO LO POSSIAMO IMMAGINARE
SI SA COME PIANGONO I BAMBINI
ANCHE I SUOI PIEDINI LI POSSIAMO IMMAGINARE
SCARPE NUMERO VENTIQUATTRO PER L’ETERNITA’
PERCHE’ I PIEDINI DEI BAMBINI MORTI NON CRESCONO.
C’E’ UN PAIO DI SCARPETTE ROSSE A BUCKENWALD, QUASI NUOVE PERCHE’ I PIEDINI DEI BAMBINI MORTI NON CONSUMANO LE SUOLE”
JOYCE LUSSU