“Il mio orgoglio è quello di aver portato in dote all’Italia una mia diplomazia privata. Mi vanto di avere tre grandi amici nel mondo: Ben Alì, Mubarak e Gheddafi”
S.B. Dicembre 2010.
Cosi’, giusto per ricordare.
Ieri hanno riaperto le scuole, potevano anche lasciarle chiuse.
Per il primo anno nella storia repubblicana i finanziamenti cosi’ amorevolmente elargiti dal ministero capeggiato dalla Gelmini, sono INFERIORI ai finanziamenti richiesti alle famiglie con prole in eta’ scolastica, pare incredibile ma e’ proprio cosi’.
Un caro amico, insegnante precario, la settimana scorsa si trovava alla riunione del corpo docente nella nuova scuola nella quale si appresta a svolgere la sua professione, che per chi se lo fosse scordato ha un valore ben piu’ alto di quello dato al mestiere di un Marchionne a caso.
Istruire un pargolo e’ una missione.
Dicevo, a un certo punto la preside comincia ad enunciare il programma come da circolare ministeriale e, fra una frase e l’altra, ecco che se ne esce con:
“…perche’ l’azienda scuola deve funzionare etc etc…”
Il mio amico si alza e ricorda alla preside che la scuola NON e’ un’azienda.
Immediatamente viene convocato nell’ufficio della preside medesima dove gli si fa’ presente che non puo’ dire cose del genere di fronte al corpo docente riunito.
No.
Forse dovra’ andare a sfogarsi di fronte a un cipresso limitrofo a un camposanto,
nella speranza che lo ascolti il becchino di turno.
La scuola e’ un’azienda.
Sono ancora stordito.
Guido Gonella
Antonio Segni
Aldo Moro
Luigi Gui
Oscar Luigi Scalfaro
Guido Bodrato
Luigi Berlinguer
Sono solo sette dei trentasei ministri dell’istruzione della Repubblica, taluni di loro avevano idee
diametralmente opposte alle mie, ma un background culturale e una passione per il loro lavoro che meritavano tutta la mia stima professionale.
Oggi siamo caduti cosi’ in basso che ci tocca la Gelmini,
messa li’ dal pappone,
il perche’ e’ noto anche ai sassi.
Sono pronto a scommettere che fra vent’anni i libri di storia moderna riporteranno la cronaca del come,
in una legislatura, la tale sia riuscita a disintegrare il sistema scolastico in questo paese, con buona pace di tutti,
o quasi.
Aperto questo post con una citazione, lo chiudo con un’altra:
“Mia figlia cresce bene, non sente la crisi”
Maria Stella Gelmini, ieri.
Ecco le parole della Gelmini che non oso chiamare neanche ministro dovrebbero essere scritte su ogni scuola tanto per ricordare a tutti a chi devono tale situazione.
E il tutto per risarcire centinaia di fellatio operate su un ultrasettantenne, caro Compagno Ernest,
continuo a chiedermi se abbiamo toccato il fondo, poi esce una frase del genere, allora capisco che non solo l’abbiamo toccato, abbiamo cominciato anche a scavare.
Hasta
ogni parola che potrei spendere sulla situazione non farebbe altro che aumentarmi la bile in circolo. Ho urlato tutto il possibile, ho pianto tutte le mie lacrime, perché la situazione generale si riflette su ogni piccolo aspetto delle scuole, anche poco importanti e di periferia.
Carissima, porta pazienza, tu che sei giovane e puoi, e vedrai che quando questi ladri e opportunisti toglieranno il disturbo, e lo toglieranno, questo paese saprà rinascere.
C’è un bisogno enorme di gente come te.
Ciao
Zac
Sarà anche un’azienda, come la vedono loro, e allora dovrebbe produrre il fior fiore della cultura, a tutti e per tutti – quest’anno la mia spesa per libri e trasporto pubblico è più di 700€, quante famiglie italiane ridotte alla fame possono permetterselo? – quanta preparazione viene elargita agli alunni da insegnanti ridotti a lavapiatti mentali? – che triste realtà, giovani ragazzi che non sanno “leggere e far di conto” per non parlare del resto, geografia assente, storia fatta coi i riassunti alla lavagna e matematica con il libro ancora intonso…si parla di liceo e questa sarebbe la nostra azienda-scuola? – Per fortuna mia figlia ha stimoli interni a ama studiare, ma a chi lasciamo in mano il futuro del nostro paese se questa è la scuola-azienda?ciao
Il punto, cara Loretta, e’ che per definizione non si può chiamare “azienda” alcun istituto preposto all’insegnamento.
Al pari delle ASL, dove la A sta per azienda.
Il perché e’ presto spiegato:
Lo scopo finale di un’azienda e’ creare utili.
E solo pensare di creare utili sulla pelle dei pargoli e dei malati mi fa’ letteralmente imbufalire.
Ciao
Zac
Ciao Zac,è un po’ che non scrivo,non perchè non ti legga ancora,ma in franchezza,vedendo che purtroppo tutto è fermo,la protesta continua ma il nano è sempre fermo lì,a ravanarci continuamente sopra ci si fa il sangue cattivo.Questo maledetto non se ne va, ci tira a fondo tutti,e quando finalmente se ne andrà alle Bermuda con quattro puttanelle ci manderà anche un saluto col dito medio alzato.Godremo per qualche giorno,poi ci ritroveremo a che fare con le macerie che ci ha lasciato.
L’unica via d’uscita è che i magistrati,aggredendolo da tutte le parti lo sfianchino e lo inducano a levare il disturbo,poi sarà comunque tutto difficilissimo ma non impossibile.
Un’altra via dì uscita è che il buon Dio,per chi ci crede,gli mandi un ictus fulminante,ma va benissimo anche un camionista serbo ubriaco di slivovitz che vada provvidenzialmente fuori strada…
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Caro Massimo,
hai ragione, su tutto.
Anch’io gradirei che non riuscisse a scappare, e che il mix di eccitanti ingurgitati ogni giorno gli provochino un ictus.
Io lo chiamo biberon, i credenti Dio, ma sempre di ictus si tratta.
Non arrenderti, MAI.
Ciao
Zac