Voglio spezzare una lancia a favore di:
Zio Geremia, al secolo Sallusti Alessandro, direttore de “Il Giornale”.
AVETE LETTO BENE.
Potete immaginare quanto mi costi, io uno come Sallusti lo radierei da qualsiasi ordine.
Ma stavolta no.
Avrete sentito del titolo del Giornale:
“A noi Schettino, a voi Auschwitz”.
E’ scoppiato il putiferio.
Pero’ io mi son letto l’editoriale di zio Getemia, e mio malgrado, il volpone non ha tutti i torti.
Ho letto anche l’editoriale che ha fatto nascere la risposta del viagrino, quello dello Spiegel, che titola “Italiani mordi e fuggi”.
Ebbene, detto da chi e’ venuto qui, a Marzabotto o a Sant’Anna di Stazzema, e che successivamente, senza ritegno, ha colonizzato le coste balneari italiche, mi ha disturbato parecchio, al punto che avrei fatto pure io un titolo simile, pensavo:
“A noi Schettino, a voi il Coprofago con un coglione”
ma il Giornale mi ha preceduto.
Leggendo l’editoriale dello Spiegel ci si imbatte nella seguente:
“Con noi certe cose non accadono perché a differenza degli italiani siamo una razza”
aggiungendo, senza mezzi termini, che siamo dei “codardi”.
Io ho lavorato nel 1986 in una gelateria ad Amburgo, e decine di ottuagenari, quando prendevano il cono o la coppetta, non si vergognavano di riferirmi il loro glorioso passato nei ranghi delle SS.
Me ne dicevano di ogni sorte,
“Mafioso”
“Traditore”
“Lavativo”,
e poi ridevano,
e io non potevo ribattere, pena il licenziamento.
Successivamente ho lavorato per la Bayer, stessa cosa, i dirigenti tedeschi trattavano gli agenti italiani come delle merde.
Sappiatelo, i tedeschi non si scusano MAI con uno straniero, hanno sempre ragione, loro sono quelli precisi, ordinati, lavoratori, onesti, integerrimi, puntuali.
Pero’ poi sbavano di fronte a una pizza, si godono il clima del Garda, vengono a vedersi l’arte, e fanno soldout per Bocelli e la Pausini.
Cazzo quanto mi rompe, ma Sallusti stavolta c’ha preso.
Vogliate perdonarmi, non succederà più.