Il Blog

Archive for agosto 2012|Monthly archive page

Inaudito

In Politica on agosto 30, 2012 at 12:44 PM

Inaudito.

Pare che lo sport nazionale sia diventato lo

“Sparare merda contro Bersani”

e piu’ in generale alla sinistra italiana.

Tutto nasce dal recondito bisogno di molte micropersone.

Il bisogno di accusare.

Così si assiste a una nutrita schiera di figuri piu’ o meno pubblici che si esercitano in questa nuova disciplina.

Li capeggia il comico genovese, seguito da Travaglio, Di Pietro (ma solo a giorni alterni),  opinionisti vari, sociologi, scrittori, giornalisti e improbabili capipopolo della cosiddetta “società civile”.
Che con la stessa penna prima scrivevano contro il calvoamesialterni, e oggi fanno la stessa identica cosa, con la stessa penna, contro il PD, dei bastardi, almeno i direttori del nano continuano a trattarlo come un santo, e continueranno a farlo.

La colpa massima e’ individuata nell’aver appoggiato il governo Monti.

Badate bene, lo scrivente NON e’ iscritto al PD.

Ma stanno scherzando o fanno sul serio?

Perché se e’ la prima, amen, se fosse la seconda, mi preme ricordare talune cosucce:

Come alla fine del secondo conflitto mondiale, c’è un paese da rifondare, forse non tutti hanno capito a che punto si era arrivati.
Quando De Gasperi si presento’ a Parigi (antifascista, andava a prendersi la responsabilità dei crimini del ventennio), Togliatti lo appoggio’, anche se quell’appoggio, e lo sapeva, sarebbe ricaduto sulle masse operaie, perlopiù.
Ciò nonostante la sinistra si strinse attorno al segretario, a TUTTI i livelli.

Con le dovute proporzioni, Monti sta facendo il De Gasperi, Bersani il Togliatti, con le DOVUTE proporzioni.

L’unica differenza e’ che il nano di Predappio lo appesero a testa in giu’, quello di Arcore ancora no.

Vogliono, lor signori, riconsegnare per altri ventanni il paese alle destre?

Si sono dimenticati all’improvviso di LaRussa, Gasparri, Gelmini, Carfagna, Brunetta, Sacconi, Zaia, Galan, Alemanno, Prestigiacomo, Maroni, Bossi, Calderoli, Fitto, Meloni, Calderoli, Frattini, e di tutta la schiera di loschi figuri che frequentavano quotidianamente Palazzo Chigi???????

Inaudito.

Viene da pensare che ci sia lo zampino del nano e del vaticano in tale grottesco sport.

Io non sono propenso ad avvallare i provvedimenti (alcuni davvero abominevoli) promulgati dall’esecutivo con i voti del PD, 
ma sono consapevole della mancanza, nel breve periodo, di altra soluzione, a meno che non vi sia qualcuno convinto che andando a votare oggi mio fratello Nichi prenda il 40%.

Non e’ facile per me scrivere questo post, di base sono un reazionario, uno che crede al marxismo, che mai si piegherebbe a qualsivoglia compromesso, ma credendo nel medesimo istante che il popolo italiano abbia i miei stessi diritti, ecco che non posso esimermi dal ridurre le mie velleità, in questo periodo.

E continuo a non comprendere questa acredine verso il PD, che non sara’ l’ideale per la società che sogno, ma e’ pur sempre il partito piu’ importante, in termini di numeri, della nazione.

Ora, la soluzione.

Si appoggia il candidato che risulterà vincitore alle primarie, che sia Bersani o chiunque altro.
Si scrive un programma comune, che ovviamente andrà smussato nelle parti piu’ oltranziste, e che i piu’ attenti osservatori della politica progressista in questo paese già conoscono.
L’alleanza sara’ composta dalla foto di Vasto.

E se ai contestatori, che portano i nomi sopra riportati, non starà bene, che si fottano, possono sempre dare il loro voto a Ciarrapico e alla Santanche’.

Mi e’ costato dieci anni di vita,
ma non v’e’ altra soluzione credibile e condivisibile.

Di norma, nelle previsioni, sono piu’ le volte nelle quali ci prendo.

Vedrete.

Solo un altro pelo di pazienza.

E infine, smettiamola una volta per tutte di dire che se il watusso mancato ha regnato per un ventennio la colpa e’ della sinistra,
che e’ una tremenda cazzata.

Vs.
Zac nostradamus
 

Offese e Offese.

In Politica on agosto 27, 2012 at 11:49 am

Tutti parlano del “Fascista” che il comico genovese ha affibbiato a Bersani.

Io non ci faccio caso.

Un comico può dire ciò che vuole.

Forse un pelino di fastidio m’e’ sopraggiunto quando il tale ha aggiunto che Bersani non deve preoccuparsi, perché in fin dei conti non e’ neanche un fascista, e’ un fallito, come se fosse piu’ grave.

Ma, ripeto, non badateci.

Ciò che invece fa’ accapponare la pelle e’ leggere di pseudocompagni che si esprimono come dei mezzadri.

Lei si chiama Bruna Dini, salita agli onori della cronaca perché dal palco del PD, lo scorso febbraio, fece commuovere la platea parlando della sua impresa edile costretta a chiudere.
Impresa che’, per la precisione, aveva ereditato dal padre e dal nonno.
Ella ha ricoperto il ruolo di presidente dei giovani industriali della Versilia, poi si e’ iscritta al PD e, dopo le lacrime degli uditori, proclamata eletta all’assemblea nazionale e nominata coordinatrice del partito in Versilia.

Ecco.

Una funzionaria di partito.

Oggi sto leggendo l’ultimo post di Pippo Civati (nessuno tocchi Pippo, che se no divento una iena) e mi imbatto nel seguente commento scritto dalla signora Bruna Dini, una che in teoria dovrebbe essere una di noi.

“Civati, merda sei nato e merda resti”

Mi faccio carico di dare una risposta alla Bruna:

Esimia ex imprenditrice, 
faccia una cortesia alla società intera, merde comprese, si compri una cazzuola, un sacco di malta fina e una bitumiera da cantiere.

Suo padre e suo nonno fecero così.

Con affetto,
Zac

P.S.
Se volete leggervelo
http://www.ciwati.it/2012/08/26/quella-frase-ecco-non-lavrei-detta/

Quattro questioni e un manifesto.

In Politica on agosto 19, 2012 at 1:13 PM

Ilva.

Non v’e’ molto da scrivere, tanto e’ semplice la questione, un’azienda che avvelena la forza operaia e gli abitanti del loco va’ fermata sino ad avvenuta regolarizzazione degli scarichi inquinanti, tutto il resto e’ fumo negli occhi.

Qualche genio si e’ permesso di dire che e’ il ministero e non la magistratura a dover intervenire in questi casi.
Io mi occupo di impianti di depurazione e vi assicuro che nel momento in cui l’arpav trova uno scarico fuoristandard, i primi ad arrivare sono i carabinieri che, con mandato di un giudice, pongono i sigilli allo scarico medesimo, altro che ministero dell’ambiente.

Pussy Riot.

Neanche sto a dirvelo, le amo.
Mi ricordano i giovani del risorgimento italiano che si gettavano nella battaglia rimettendoci la vita, per immaginare un’ Italia priva degli invasori.
I tempi son cambiati, e le Pussy Riot usano la Fender al posto del fucile.

Putin e la chiesa ortodossa si son regalati un boomerang incredibile, potrebbe essere l’inizio della loro fine.
C’ho pensato molto, non trovo una giustificazione.
Se avessero graziato le ragazze, per un reato che in qualsiasi paese progredito del globo viene giudicato con un ammenda, almeno tre miliardi di persone avrebbero elevato i due patriarchi al piano che fu’ di Martin Luther King.
Ma possibile che nessun consigliere abbia suggerito tale lapalissiana soluzione?

Assange.

Tieni duro, Julian, che alla fine ne uscirai vincitore.
Sarebbe carino sapere come mai lo stesso ministero, il foreign office, oggi pretende l’estradizione di Assange e anni addietro si rifiuto’ di concederla al boia Pinochet.

Meeting dei ciellini.

Data l’assenza forzata di Dacco’, 
chissà chi pagherà il vitto al Formigoni e alla schiera di famelici, ingordi, ladri, faccendieri e porporati, abituati a non chiedere MAI il conto.

Infine, segnalo la seguente:

Il sempre attento Andrea Satta dell’Unita’ ha visto dei manifesti pubblicitari, immagino di una ditta di viaggi organizzati, incollati sui muri del litorale lucano, recanti la scritta:

Biagio Antonacci 60 euro,
Gigi D’Alessio 55 euro,
Padre Pio 35 euro.

Uno scandalo?
Macché.
Con 150 pezzi ti vedi un fascista, un camorrista e un illusionista.

Un affarone.

Postolimpico

In Politica on agosto 11, 2012 at 11:55 am

E’ sempre così.
Ogni quadriennio.

Le Olimpiadi e gli atleti azzurri.

Mi eclisso dagli altri argomenti e, fra un tuffo in mare e un calamaretto fritto, vengo risucchiato da tutte le specialità.

Tutte.

E quest’anno v’e’ anche una soddisfazione imprevista, data dalle abominevoli dichiarazioni rilasciate dal comico genovese sui giochi olimpici.
Quell’uomo mi fa’ così schifo, ma così schifo, che a volte gli preferisco il nano.
Pare di assistere all’oramai remoto e credo pure trapassato dr.Di Bella, quello che sputava contro Veronesi e Aiuti, sostenendo la facile curabilita’ di un cancro in metastasi, un buffone.

Ma veniamo ai giochi.

Cazzo quanto mi piacciono le olimpiadi, dove vedi un kazaco che stringe la mano ad un azero, dove una freccia può essere tirata da un arco o da Bolt, dove tutti per quindici giorni vivono porta a porta, israeliani e palestinesi, americani e venezuelani, cubani e ucraini.

Gli italiani, noi, non abbiamo rivali come simpatia, ci arrivano vicini i giamaicani ma solo quando c’è l’atletica, per il resto rimarranno nella storia il balletto delle fiorettiste, l’abbraccio degli arcieri, la gioia solare della judoka calabrese, quella contenuta del tiratore con la carabina, le lacrime della tuffatrice, gli uppercut dei
pugili, l’esile ventenne con il fucile, la quasi cinquantenne in kayak, lo
slalomista che dopo l’oro chiede come premio una cena con la Pennetta (buongustaio, le pugliesi sono le piu’ belle donne della terra) e  il settebello, che esprime il vero senso dell’essere italiano, quello che ti fa’ pensare “ecco, e’ tutto finito” mentre sai che non e’ così, che c’è sempre una speranza, che adesso rimontiamo e vinciamo.

Sono quindici giorni splendidi.
Lascio da parte la politica, il calcio, persino la pittura e la letteratura,  qualsiasi impegno va’ in secondo piano, non me ne frega un cazzo se non e’ a cinque cerchi.

Ho pianto.

Come al solito, la cerimonia d’apertura e’ costata una confezione di kleenex, ma quando cinquanta bambini sordomuti hanno intonato il god save the queen, e i pargoli muti suggerivano ai loro compagni sordi il labiale per cantare, ebbene, le lacrime hanno preso la forma delle cascate del Niagara.

Pensateci, dentro a uno stadio sono sfilati 10mila atleti di ogni colore e sorta, da ogni latitudine, dentro a un unico stadio, non troverete altro esempio al mondo di simile fratellanza.

L’inno.

Nel calcio, da qualche anno, lo hanno imparato a memoria su preciso ordine della federazione.
Negli altri sport no, lo sanno a memoria da sempre, come me, lo cantano gli atleti, i commissari tecnici, i tifosi, dentro a ogni palasport, con un intensità che intriga.
Quando la Rossi ha sparato l’ultima cartuccia sulle tribune ci saranno stati si’ e no cento italiani, sembravano centomila.

Sono stati d’animo, boccate d’ossigeno, ugole che sbraitano la fatica fatta per una vita nel completo anonimato, solo per il piacere di ambire a un podio olimpico, per poi tornare nella penombra e lavorare, allenarsi, lavorare, allenarsi.

Una medaglia d’oro prende 140mila euro.
Zlatan Ibrahimovic li prende in un giorno, anche se e’ in ferie.

Che poi, con un po’ di sano orgoglio nazionale, quando sono all’estero e mi capita di vedere, ad esempio, un ragazzino in metro’ a Parigi con la sacca del circolo schermistisco, lo
guardo e gli apostrofo 
“Vezzali? Montano?”, e il bambino sorride, mi dice che si’, che siamo fortissimi, che gli piace anche Tarantino.

Son cose.

Son cose belle.

Domani si chiude.

Ho già ricomprato i kleenex.

E così son quindici giorni che non so’ piu’ nulla, mi son perso dalle parti dell’eastend londinese, ma da lunedì torno all’attacco, statene certi.

Una medaglia a ognuno di voi,
affezionati lettrici e lettori,
l’avete vinta solo per il fatto di transitare da queste parti.

Vs.
Zac