Dopo i cerebrolesi dentro alla casa di plastilina.
Dopo i figli delle mamme viagrine costretti a sognare un futuro da Nureyev fra le mura paraculate della De Filippi.
Dopo gli attori falliti e inguardabili paracadutati in una finta isola deserta.
Dopo gli improbabili chef che non sanno come si affetta una cipolla, ma che sbavano di fronte a Cracco.
Dopo le ugole d’oro farlocco che si credono dei novelli Sinatra solo perche’ di fronte hanno un tossicodipendente dedito alla musica.
Ebbene, dopo tutte queste porcate, ecco che la “rossa” raitre lancia il suo personale reality.
Diventare uno scrittore.
Ho deglutito.
Diventare uno scrittore.
Non v’e’ piu’ limite alla decenza, o alla demenza, come preferite.
Allora li ho immaginati, i miei capisaldi.
Da Dostojewsky, che passava piu’ ore di fronte alla pallina della roulette rispetto al foglio intonso, a Sepulveda, che per scrivere cinquanta pagine riempie cento moleskine, per poi sottrarre, sottrarre, sottrarre.
Da Kerouac a Fante a Borroughs a Ginsberg, gonfi di allucinogeni e pronti a qualsiasi esperienza prima di inforcare la penna, a Charles, Henry, Hank, Chinasky Bukowsky, attaccato alla bottiglia dalla nascita sino all’ultimo giorno della vita, che scriveva solo dopo aver vomitato e si alzava dal letto solo e soltanto dopo essersi masturbato.
Da Coloane, imbarcato sui pescherecci a caccia di balene, laggiu’ in Patagonia, al maledetto Baudelaire, intento a fumarsi piu’ oppio possibile.
E potrei continuare per giorni.
Cosi’ mi tocca scoprire che nel 2013 bisognerebbe leggere un trafiletto alla presenza di De Cataldo per sentirsi dei nuovi Dumas.
Per cortesia, ridateci gli analfabeti, che la scrittura non e’ per i vostri format.
Se davvero volete sapere come scrive uno che lo sa fare, fiondatevi dall’amico Barabba, e leggete un racconto a caso, se mi posso permettere ve ne’ consiglio uno breve
http://magaridomani.wordpress.com/2013/01/19/la-carie-reprise/
mentre ve lo starete gustando sappiate che non ci sara’ mai una De Filippi che suona il campanello dell’inimitabile Oliviero.
E questa e’ una fortuna.