Il Blog

Di qualsiasi Sud.

In Politica on gennaio 24, 2014 at 8:33 am

Ieri un portinaio, nella hall di una azienda, mi fa’:

“Chi serchelo?” (chi sta cercando?)

Rispondo il tal dei tali.

“Vago vedare se el ghe xe'” (vado a vedere se c’e’)

Di ritorno, il bifolco continua

“Lo salo parche’ parlo el dialeto?” (sa’ perche’ parlo in dialetto?)

La voglia irrefrenabile era rispondere che l’avevano buttato fuori dalle scuole dell’obbligo a calci in culo, ma mi sono frenato e ho chiesto spiegazioni.

“Bisognaria che tuti parlasimo la nostra lingua, cosi’ quando te ve’ in teronia, nisuni te capise, xe’ el modo par dividere l’Italia in due, finalmente”

Non ve la traduco, si capisce credo.

Io sono un uomo del sud, di qualsiasi sud.

Leggo autori che provengono dal sud del mondo, amo le donne pugliesi, sicule, calabresi, partenopee, stravedo per la musica napoletana e per le melodie di tutto il sudamerica.

Festeggiai il mondiale dell’82 in quel di Tropea, e da buon veneto mi ubriacai come tre spugne.

Girai in lungo e in largo la Sicilia in inverno ai tempi del rock, e ancor oggi porto nel cuore l’estrema gentilezza di tutte le persone che incontrai, non come quando girai la Lombardia, sempre ai tempi del rock, dove trovai si’ delle persone meravigliose, ma erano meridionali emigrati fra le nebbie e gli sguardi diffidenti.

Io sono un uomo del sud, di qualsiasi sud.

L’olio mi arriva da Bitonto, il peperoncino dal sudamerica, la pasta dal napoletano, l’origano da Siracusa, il pomodoro dalle puglie, la bottarga dalla Sardegna.

Quel portinaio non sa’ cosa si e’ perso, e mai lo sapra’.

Qualche giorno fa’ ho rivisto il docufilm “Passione” girato e prodotto da John Turturro, uno struggevole racconto della storia della musica ai piedi del Vesuvio.

Un docufilm che ti mostra una citta’ in perenne conflitto, con problemi atavici, che nonostante tutto scende fra le viuzze e canta, e balla, e canta, e balla. Fanculo il resto, il resto e’ niente, noi cantiamo.

La bellezza delle massaie che si affacciano alla finestra e intonano la romanza che un nugolo di ragazzi hanno cominciato a cantare in strada.

L’incredibile emozione che ti assale quando ascolti “Don Raffae'”.

La favola suonata con mandolino e fisarmonica, mentre tutto attorno si svolge il mercato rionale, pure quello impregnato di suoni e colori.

Io sono un uomo del sud, di qualsiasi sud.

 

Fateci caso, abbiamo avuto diverse eccellenze a livello planetario, soprattutto nell’ambito artistico, e se fate un rapido escursus mnemonico, vi risulteranno dei cognomi riconducibili al sud, al nostro sud.

De Niro, Scorsese, Cimino, Coppola, Stallone, Ciccone, Petrucciani, Pacino, Giamatti, e ancora, La Guardia, De Blasio, Cuomo, Pelosi, nessun Bossi o Brambilla.

E Francesco Clemente,  il mio preferito pittore italiano vivente, napoletano.

 

Non ho avuto tempo di spiegare al portinaio questo scritto, non ne’ avrei avuto nemmeno la voglia e la forza, e di certo non mi avrebbe compreso.

 

Io sono un uomo del sud, di qualsiasi sud.

 

 

  1. Bel post caro Zac. Da uomo del Sud non posso non condividere le tue belle parole. Peccato veramente che invece di andare avanti si stia regredendo in una spirale di razzismo che mi ricorda l’infanzia negli anni 60. Peccato davvero, perché non so immaginare dove ci porterà tutto questo. Ciao, un abbraccio

  2. Bellissimo Zac,
    ti spedirei, lautamente pagato, nelle scuole di tutti i Nord ad impartire lezioni come questa. E io non sono del Sud, sono del Centro. Ma poiché in Italia essere del Centro significa soltanto essere democristiani, mi ritengo decisamente del Sud.
    Buona giornata a tutti
    David

  3. Caro Raffaele,
    è vero, negli Anni Sessanta c’erano sfrontati e sgrammaticati cartelli tipo “non si affitta ai meridionali”, e il razzismo dilagava. Ma era un razzismo diverso, più ingenuo e meno protervo, perché eravamo ignoranti e sapevamo di esserlo. Ora siamo talmente ignoranti da ignorare persino l’esistenza del concetto stesso di razzismo.
    Bentornato
    David

  4. Guarda Zac testé discutevo su Twitter con una tipa che pur non dichiarandosi leghista (un po’ come quelli che dicono “non sono razzista però…”) dichiarava che Salvini è uno dei pochi a difendere i diritti degli italiani “senza buonismi” (sulla perifrasi virgolettata ho avuto un brivido, ricordando che Salvini, quando era consigliere, voleva portare una porzione di apartheid a Milano con le carrozze della metro solo per stranieri) e mi si è palesato un paradosso su cui non avevo mai riflettuto: i leghisti sostengono che i cittadini clandestini hanno più diritti degli italiani ma al contempo i leghisti si dichiarano non italiani ma padani, ergo sono i privilegiati che loro stessi odiano!

  5. Grazie dell’intuizione Barabba,
    non so Zac, ma anch’io come te faccio parte di coloro che non ci avevano pensato ad applicare il concetto di extracomunitari, giustamente, anche ai padani. E questo conferma che in realtà il razzismo è fondamentalmente, quasi esclusivamente, un basico complesso di inferiorità che più basico non si può.
    Da ragazzo, avendo in classe molti compagni di vari colori tra i quali la mia fidanzata haitiana, mi chiedevo come mai riscontrassi sempre forme di razzismo verso i neri e mai verso i gialli. Ci ho messo un po’ a trovare la risposta. Perché era veramente semplice, veramente rozza, veramente bestiale.
    Buon fine settimana
    David

  6. E le donne che “ciacolano” solo in veneto non sanno che cosa si sono perse, o si stanno perdento, se non hanno un corteggiatore napoletano.
    Ciao carissimo, un abbraccio.

  7. L’errore di battuta “perdento” anziché “perdendo” è involontario. Non è del sud, è un vero errore.

  8. Caro Raf, e’ un peccato, hai ragione, e forse il dramma piu’ evidente risiede nella perdita secca di chi, come il portinaio del post, ignora completamente qualsiasi costume, gusto, giovialita’ e profonda amicizia che potrebbero fargli solo del bene.
    Tant’e’, morira’ convinto di aver assaggiato la vita, contento lui.

    Hasta
    Zac

  9. Caro David, procurami anche un’armatura, che dovrei usarla spesso fra le scuole del nordest…

    Hasta
    Zac

  10. Caro Maestro, io mi chiedo, e ti chiedo, come sia mai possibile che una mente superiore come la tua abbia il tempo per dialogare (anche se solo via twitter) con una che definisce salvini “difensore dei diritti degli italiani”, ma che si impicchi, sia lei, sia salvini.

    Hasta
    Zac

  11. Cara Spera:

    APPLAUSI!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

  12. Ciao Zac, tutto bene?
    Da veneto quale sono amo profondamente la mia terra, e amo, con i miei conterranei,parlare dialetto stretto,ma mi sono sempre sentito cittadino del mondo; tutt’ora, non appena nel gruppo si inserisce un non veneto immediatamente si passa all’italiano.Abbiamo un sacco di cose da condividere, da scambiare, cercando, in chi può essere diverso da noi nelle usanze , nei cibi,nella cultura, anche nei comportamenti, quanto può unire anzichè dividere.Educazione e rispetto non hanno patria,fondamentale la curiosità, la voglia di scoprire,pur restando fieri delle proprie origini.Spiace anche a me vedere certi conterranei caproni,e chiusi nella loro ignoranza.Perchè? Ma perchè il veneto sarebbe per natura non molto loquace,piuttosto chiuso, diffidente e ancora memore di secoli in cui è stato povero e sfruttato,lavoratore instancabile a volte a scapito della cultura e della bellezza…tutto ciò nonostante la bellezza speciale e la storia di città come Venezia e Verona.La diversità caratteriale dei meridionali ha portato troppo spesso i veneti a chiudersi in un ottuso e stupido bunker..paura del “foresto”? Forse, ma piaccia o no si dovranno adeguare,il mondo va avanti,loro no, e per fortuna non sono così tanti,anche se fanno rumore. Ne faremo a meno…veneto si,ottuso no!! Ciao.

  13. Caro Max, tutto bene.
    Non confondermi i Veneziani con i Veneti, che e’ come scambiare l’oro con l’ottone.
    Scrivi “per fortuna non sono cosi’ tanti” e purtroppo non e’ cosi’, sono tantissimi, basta ascoltare i discorsi in giro e soprattutto il lessico con il quale vengono espressi, oppure avere (pero’ qui lo dico non per esperienza diretta) la sfortuna di leggere qualche discussione fra veneti su faccialibro, cose da brividi.

    Poi scrivi:”Perchè? Ma perchè il veneto sarebbe per natura non molto loquace,piuttosto chiuso, diffidente e ancora memore di secoli in cui è stato povero e sfruttato”
    Ma va’?
    come se i calabresi avessero trascorso gli ultimi tre secoli fra ricchi premi e cotillions, che con sta scusa che il veneto e’ chiuso e introverso allora puo’ dare del “Terrone, ladro, mafioso e lavativo” a un suo concittadino se solo abita al di sotto del po’.

    Per il resto concordo con il tuo scritto.

    Hasta
    Zac

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