Carissimi,
tutti i commenti che sono pubblicati in questo condominio di eretici sono interessanti, anche perche’ quando ne’ arrivano scritti da coglionazzi e cerebrolesi finiscono direttamente nella mitica casella spam, cio’ nonostante ve ne’ sono alcuni che non mi fanno dormire la notte, come in questo caso.
Riccardo Uccheddu, filosofo, ha lasciato un commento superlativo nel post precedente, l’ho riletto almeno venti volte, eccovelo:
“Caro Zac, orgoglioso anch’io di appartenere all’ormai mitica riserva indiana del 4%, aggiungo che il 4 potrà diventare anche 8, 16, 20 o più…
No, non sto scrivendo sotto i magici-benedetti fumi del vinissimo cannonau (il miglior amico dell’uomo, altro che il cane!).
L’importante è che si esca finalmente dalla schifosa maledizione del fatalismo e che si riprenda oltre che a lottare, anche a parlare ed a discutere come si faceva una volta…
E’ essenziale che si riprenda a parlare ed a illustrare anche agli altri le nostre letture, i nostri film e la nostra musica… cito a casaccio ma non troppo: Marx, Truffaut, Gramsci, Fellini, Walter Benjamin, Dostoevskij, Rosa Luxemburg, Rousseau, Wenders, Voltaire, Dylan Thomas, il Bob Dylan di quando era B. D., il Che, Philip Dick, Bartolomè de Las Casas, Janis Joplin, Stones, Beatles, Abelardo ed Eloisa, Springsteen, Erasmo da Rotterdam etc etc.
Non sto delirando o almeno, sto delirando in modo razionale (w l’ossimoro ma non l’irrazionalismo)!
Mi spiego: un progetto politico necessita oltre che di sè stesso, anche di una buona dose di utopia; altrimenti si configura solo come banale e spesso brutale gestione dell’esistente, dello status quo, dell’ingiustizia, insomma della barbarie.
Un progetto politico ha un bisogno a dir poco estremo di essere “più” che un progetto politico: il socialismo è esattamente quel “più da sè” che crea spazi anche dove non ci sono..
Del resto, come leggevo in un libro intervista ad Ingrao (“Le cose impossibili”) oggi tante cose che ci sembrano ovvie (voto alle donne, accesso agli studi, libertà di parola ecc.) sembravano appunto impossibili, ma l’azione delle masse che si battevano, sarò retorico ma pazienza, sotto la bandiera del socialismo, le ha conquistate per noi e per e non solo per noi.
Certo, oggi a causa del liberismo, del centro-sinistrismo e di certe connivenze made in Bonanni & Angeletti (vedi (Pomigliano e Mirafiori) tante conquiste sono sotto attacco, o rischiano di scomparire.
Ma ecco perchè c’è un grande bisogno di un progetto poliico che non si limiti alla gestione dell’esistente e che riprenda quell’”assalto al cielo” che non si deve interrompere.
Ed in questo, devono avere il loro posto anche l’arte ed il senso dell’umorismo, perchè i soli schemi dell’economia non possono spiegare nè cambiare la realtà; l’economicismo (anche quello di sinistra) tanto combattuto da Gramsci e da Ernst Bloch, è solo un’insidiosa variante del capitalismo.
Quindi nessuna esaltazione gratuita dell’arte, ancor meno dell’irrazionalismo, ma visione dialettica e complessa del reale: che ha bisogno di una sinistra forte, che secondo me dovrebbe ispirarsi al comunismo gramsciano e che dovrebbe saper intercettare i fermenti migliori di una società che sebbene in in profonda crisi, non è così a pezzi come spesso possiamo credere.
Scusa la lunghezza!
Riccardo”
http://riccardo-uccheddu.blogspot.it/
Gradirei una valanga di commennti,
anticipatamente ringrazio,
Zac