A dieci anni aspiravo a due cose:
1) Vedere sempre la Juventus vincere
2) Mangiare Nutella
Devo dire che sono stato abbastanza fortunato, in entrambi gli auspici.
Mia madre segnava il livello del barattolo, lo metteva in alto, dove io e mio fratello non dovremmo mai esserci arrivati, speranza vana, dopo averlo raggiunto prelevavamo il necessario e poi sporcavamo le pareti interne di un paio di centimetri, cosicche’ a un primo sguardo paresse ancora intonso.
E’ morto il Ferrero (che poi,un giorno, magari, qualcuno mi spieghera’ dove stia la guduria nel morire con 25 miliardi di euro in tasca) e quest’evento segna la fine della generazione da pane e Nutella, lasciando spazio a quella da pane e Nutella, ma come applicazione sul tablet.
I dentisti di mezzo mondo porteranno dei fiori sulla tomba del loro primo responsabile di miliardi di carie.
Fine del preambolo.
Lui si chiama Roberto Morello, presidente di Bimbiinrete, uno che di lavoro si occupa del danno reale e collaterale subito dai pargoli e dagli adolescenti, derivante dall’utilizzo della rete.
Messa cosi’ parrebbe la solita idiozia (gia ho sentito dei benpensanti dire che anni fa’ c’era la panzana del cellulare che avvicinato all’orecchio provocava il cancro), ma non e’ cosi’, la cosa e’ serissima, va’ affrontata di petto, nessuna mediazione.
Molte mamme si sentono in una botte di ferro, palmare al figlioletto con connessione annessa, tanto ci sono i filtri, mio figlio non puo’ andare nei siti porno e violenti.
Maledette ignare!!!!
Ci sono cose che un bambino di dieci anni sa’ fare con una connessione attiva che noi umani, adulti, e cresciuti con le penne stilografiche e i fgli di carta, manco ci sognamo.
Cito solo alcuni dati, poi nel caso li commenteremo:
a) la maggioranza dei bambini riesce a guardare video porno su Faccialibro e persino su wattsup, altro che youporn.
b) I Bulli, quelli che quando eravamo piccoli dettavano le regole a ricreazione a suon di spintoni e pugni, oggi vestono griffati e paiono dei piccoli lords, salvo poi andare in massa su ask.fm (un social dove si puo’ scrivere QUALSIASI cosa senza essere censurati e senza iscrizione reale, provatelo) per coalizzarsi contro il debole della scolaresca e ammazzarlo con i peggiori insulti.
c) Se diamo a nove bambini una connessione in tasca, e a uno un telefonino normale (lo dice il nome, un aggeggio per telefonare e basta), parte del problema si risolve per il detentore del cellulare classico, ed e’ molto probabile che, a scapito degli altri nove, lo si trovi in un campo con un pallone, a giocare.
d) Questione pedofilia: il pedofilo prima di adescare si finge un coetaneo in rete, studia i bisogni e i desideri del pargolo, poi si piazza a trecento metri dalla scuola e tenta l’approccio con uno degli argomenti che ha carpito nei social. Ne’ consegue che, nella stragrande maggioranza della casistica in possesso, un pedofilo abita sempre nell’arco di massimo tre km dalla scuola del piccolo, e’ bianco e benestante, di norma molto educato.
Ecco, nella speranza di assistere, finalmente, a orde di brembani che imbracciano i fucili dell’emiparetico per andare a combattere l’isis, vi invito a soffermarvi qualche minuto sui quattro punti sopradescritti.
P.S.
Se volete, Morello ha scritto un libricino che, se siete delle mamme o dei papa’ con i figli piccoli, non vi guastera’:
“Nativi Digitali, istruzioni per l'(AB)uso”
http://www.bimbinrete.it/index.php?option=com_content&view=article&id=4&Itemid=9