Il 15 settembre 2014 arriva una circolare ministeriale a tutte le scuole italiane, pubbliche e private.
Si anticipano al corpo docente i punti principali dello scempio “la buona scuola”.
Il ministero apre un sito in rete dove far pervenire proposte, discussioni, insomma, un forum. A fronte di 1milione200mila insegnanti, dopo due mesi, 19mila fra genitori, studenti e insegnanti lasciano un segno, l’1,58%.
Di TUTTE le opinioni arrivate, si contano in numero ZERO quelle recepite dall’esecutive, ZERO, un’illusione.
Lo scempio ricalca la politica scolastica della Tatcher e di Reagan, il neoliberismo spinto.
Lo scempio e’ stato “pensato” da un pool composto da il ministro (mai insegnato un’ora in vita), due sottosegretari (idem) e un imprenditore (idem). Quattro persone che non essendo mai entrati in un aula per insegnare, buttano giu lo scempio.
Di base prevede che i dirigenti scolastici siano i capi assoluti degli istituti, che diventeranno “territoriali”, con graduatorie “territoriali”, e l’apice di questa piramide verra’ ricoperta dal preside. I dirigenti scolastici per l’80% sono laureati in matematica, come cazzo possono valutare un insegnante d’arte? semplice, non facciamo arte. E sapete da dove esce la stragrande maggioranza di loro? dal concorso del 2012, quasi tutti.
Il preside.
Taluni soloni vanno farneticando che negli USA e in Regno Unito e’ cosi’, il preside comanda, pero’ omettono che negli stati in questione, quando un preside sbaglia va’ a casa, norma assolutamente evitata dallo scempio “la buona scuola”.
La “chiamata diretta”, praticamente la paraculata di stato. Un preside chiama un insegnante, che giudica bravo e capace, e che magari, non sarebbe poi assurdo, che la pensi in linea con lui (ricordo che “nepotismo” e’ una parola che non si traduce in altre lingue, perche’ non e’ concepita negli altri idiomi).
Adesso viene il bello: dopo un anno di insegnamento il prescelto viene valutato, per decidere se tenerlo o meno, per decidere se aumentargli lo stipendio, e il compito di tale decisione e’ assegnato a una commissione composta dal preside medesimo, 1 insegnante, 2 genitori e 1 studente. Avete letto bene: 1 studente.
Gli emolumenti dell’insegnante verranno sanciti da un giudizio di uno studente, se ne’ deduce che in questo onestissimo e illibato paese sara’ interessante andare a vedere i voti che otterra’ lo studente in oggetto… che neanche il duo Reagan Tatcher era arrivato a tanto.
Non tratto in questo post l’oramai annosa questione degli scatti di anzianita’, basta sapere che da 15 anni non vengono sfiorati, e lo scempio se ne’ guarda bene.
Al sud e nelle periferie borderline sono preoccupatissimi. Qui in zona (nordest) non si contano i mecenati (mi piace ancora chiamarli cosi’) che magari non hanno neppure i loro figli in quell’istituto, ma che devolvono donazioni per un nuovo laboratorio o per una nuova palestra. Al sud, e’ purtroppo troppo facile prevederlo, la lunga mano delle mafie riuscira’ (mi ci gioco le palle) ad entrare nelle scuole, abbiamo appena scoperto il riciclaggio scolastico.
Segnalo pure ste prove INVALSI, dove si defenestra l’istruzione per dare sfogo ai quiz, i test sono concepiti come le domande che ti facevano a scuola guida, devi mettere le X sulla risposta esatta, un’aberrita’.
L’istituto per la valutazione statistica, l’Invalsi per l’appunto, si e’ sempre occupato di stabilire, ad esempio, quale fosse l’ateneo piu’ in gamba dello stivale tramite i loro test, tipo una volta l’anno, per puro dato statistico e non competitivo, mica per promuovere o bocciare.
Ah, l’Invalsi e’ una struttura privata facente capo alla fondazione G.Agnelli, cosi’ ci si fa’ un’idea di chi elabora i test e poi se li vede riconsegnare, corretti e valutati dal docente, e successivamente emettere regolare fattura per l’immane lavoro svolto.
Gli studenti l’han capito prima, lo scempio e’ fortemente spostato verso la competizione, ma la scuola NON e’ COMPETIZIONE, santocielo!!!, lo comprende anche un organismo monocellulare.
Vedremo competere gli alunni fra di loro, e i loro padri pure, come gia’ succede nei campi sportivi al sabato mattina. Una classe delle medie ha di norma due alunni con problemi (spesso forme di autismo) e quattro alunni extracomunitari, i quali saranno per forza esclusi dalla competizione, perche’ il nostro sistema scolastico, che ci invidia mezzo mondo, si fonda sull’inclusione, non sulla gara.
I ragazzi non vogliono competere, vogliono solo l’uguale diritto allo studio.
La costituzione recita: L’arte e la scienza sono liberi e indipendenti.
Sia per il genio, sia per lo stupido, aggiungo io.
Aumentera’ a dismisura la baronia, il vero cancro del sistema scuola.
I presidi tenderanno a non bocciare, un alunno costa 6mila euro allo stato.
Noi italiani siamo figli diretti della tragedia greca e del diritto romano, siamo da sempre un popolo di eclettici che poi relativizzano, non di settoriali, a un anglosassone insegni una specialita’, di norma egli la apprende bene, ma poi non chiedergliene un’altra, sprofonderebbe; noi siamo antropologicamente diversi, popolo di scopritori, di artisti, di lavoratori nei campi piu’ disparati, persino di menefreghisti, non possiamo e non vogliamo diventare inglesi o tedeschi. O perlomeno, non lo voglio io. I test invalsi dimostrano proprio questo concetto, l’intelligenza binaria, i si’ e i no.
Personalmente, e qui esco dal seminato dello scempio, ho conosciuto molti insegnanti bravissimi, davvero delle eccellenze che pero’ vivono nel precariato, e i loro alunni, a distanza di anni, li ringraziano ancora per essere stati i loro fruenti di cultura.
Sono tutti insegnanti che litigavano con il preside, che litigano con il preside, e che con ogni probabilita’ non ci litigheranno piu’.
Senza di loro io non sarei cosi’.
Putroppo non me la sento di dire che anche i miei nipoti avranno la fortuna di avere un professore come Roberto, uno di quelli bravi, uno di quelli “spostati”, un’enciclopedia vivente, uno che si e’ sentito dire dai propri alunni:
“Professore, noi vogliamo che lei diventi il preside di questa scuola”
E lui, serafico, ha risposto.
“No, perche’ non voglio che voi cresciate per emulare me, non voglio che la mia visione del mondo sia per decreto la vostra, sarebbe un peccato capitale”.
Ecco, caro Robi, per me la scuola sei tu.
Ti ringrazio.