Cominciò tutto anni prima, quando un esile ragazzino ventenne venne a giocare a Vicenza.
Fu come essere folgorati sulla via di Sodoma.
Da quell’anno, per anni, diventò il nostro Paolorossi.
C’era un cortile, c’erano due bambini, io e Gianca.
Si tornava a casa da scuola con passo spedito.
Si pranzava veloce.
Si posticipavano i compiti per casa.
Si correva giù dalle scale.
Pari o dispari?
Pari.
9.
Hai vinto tu, chi vuoi essere?
Paolorossi.
L’altro, a quel punto, sceglieva chiunque, mi ricordo che una volta scelsi persino un difensore del Cesena.
Uno contro uno, la porta segnata dalla grondaia a destra, dall’angolo del condominio a sinistra, terreno d’asfalto, proprietà limitrofe protette da reti e fili spinati che se il pallone finiva aldilà, ciao ciao, vicini anziani che schiacciavano un pisolino nel meriggio e dovevi “fare piano”.
Gianca era tremendamente più forte di me, ma se vincevo a pari e dispari, mi lasciava segnare almeno un gol, Paolorossi non poteva andare in bianco.
Passammo così gli anni delle elementari e delle medie, che tempi!!
Poi venne il giorno.
Ero a Tropea in ferie, tutta Italia pretendeva la sostituzione di Paolorossi alla vigilia della sfida con il Brasile, noi no, noi lo sapevamo già.
Perché quel ragazzo di 25 anni, così magrolino e così fulmineo, che vedevi solo il pallone e il difensore, era troppo veloce, un “fuin”, e ti accorgevi che aveva segnato solo dopo che il portiere portava le mani fra i capelli.
Un calciatore gentile, umile, mai una protesta, mai una simulazione, uno davvero unico.
5, 25, 74.
In mezzo Socrates e Falcao ci provarono, niente da fare.
5, 25, 74.
Nando Martellini che rischia la sincope.
5, 25, 74.
La più grande gioia sportiva della vita.
5, 25, 74.
Tre minuti che ci hanno segnato per sempre.
Paolo non è mai andato via, fa parte degli immortali, al pari di Nelson Mandela, di Albert Einstein, di Vincent Van Gogh, di Martin Luther King, di Mohammed Ali’.
Grazie mille Paolorossi.
Che bello questo tuo ricordo di Paolo Rossi.
Anche se non ho mai amato il calcio ho sempre avuto rispetto per quest’uomo.