“Il passo che cerchi” e’ un fotolibro, scritto e fotografato da Carlo Pizzati, a mio modo di vedere, un genio.
Alcuni di voi lo ricorderanno come presentatore di Omnibus, altri come inviato di Repubblica negli Stati Uniti.
Io non ho mai creduto che la vera missione di Carlo fosse fare il giornalista, Carlo e’ uno scrittore.
E’ uno scrittore che ha la capacita’ di farti sognare, tremare, ridere e piangere all’interno di una stessa pagina.
“Il passo che cerchi” e’ una serie di racconti che dialogano con le immagini, le parole cercano il loro intimo significato fra le istantanee, le immagini compiono il percorso inverso, cercando di rubare le parole allo scritto.
Il fotolibro e’ stato presentato, con mia somma emozione, assieme a Patrizia Laquidara, voce pazzesca, cantante
di un’altra dimensione, che mi ha fatto venire la pelle d’oca senza l’ausilio di strumenti, solo un’ugola che ti fa’ viaggiare fra il mare in tempesta, fra il barrio di un borgo catalano, fra la nostalgia che puo’ provare un esiliato.
Patrizia non si limita a cantare, alcune strofe le modula senza suoni, solo con il movimento delle labbra, per poi
freddarti sostenedo la tesi che l’assenza della voce, il silenzio in mezzo a un brano, una pagina bianca, sono l’essenza finale di un lavoro lungo anni, a volte di tutta una vita.
Per non togliervi il gusto di leggerlo, mi limito a un paio di racconti:
1)Prendendo spunto dalla successione di Fibonacci, Carlo riesce a scrivere un racconto diviso in parti composte dall’esatto numero di parole che prevede la successione medesima, partendo all’inverso, cosi’ da creare il primo brano con 89 vocaboli, per finire con l’ultimo che ne contiene una sola, come vi preannunciavo, un genio.
2)La conversazione fra Peter Lynds, un fisico, e Zenone, che discutono sull’assenza del tempo e dello spazio, ognuno
sostiene la propria tesi, e il dialogo si svolge mentre stanno precipitando nel vuoto sbalzati fuori da un aereo, ed entrambi sono convinti che non si sfracelleranno mai proprio per le loro convinzioni spazio temporali.
Era da un sacco di tempo che non mi emozionavo cosi’, Carlo e Patrizia sono riusciti a farmi viaggiare senza l’ausilio di sostanze psicotropiche, a ipnotizzarmi senza l’ausilio di uno strizzacervelli, e quando hanno finito ero sudato come
se avessi compiuto il giro del mondo a piedi.
Notevole.
E giusto per non farci mancare nulla, vi trascrivo l’incipit che potrete trovare anche sul suo sito, che vi invito a consultare, cosi’ ve lo vedete pure, un figo della madonna (a detta di tutte le donne presenti alla serata):
“Un giorno, su un marciapiede vicino a Washington Square
vide dei sacchetti di spazzatura che si muovevano.
Un topo, penso’.
Poi noto’ un braccio nero.
Un uomo.
Si muoveva.
Ma erano in due e si muovevano lentamente, uno sopra l’altro.”
Eh?
Vi chiedo, secondo voi cosa stavano facendo?
P.S.
La serata e’ stata organizzata, come sempre, dal compagno Martinez che con il suo network Guanxinet non perde occasione di farmi godere di eventi straordinari.
Lo ringrazio di cuore.